È con la diffusione degli allevamenti, risalente a migliaia di anni fa, che il consumo di latte è aumentato progressivamente, fino a divenire una componente abituale dei pasti di milioni di persone.
Ciò spiega il fatto che determinati popoli, rispetto ad altri, abbiano sviluppato la capacità di digerire correttamente il lattosio, ma ci sono alcune eccezioni. Nonostante l’intolleranza al lattosio sia inversamente proporzionale al consumo di latticini, l’Italia è uno dei tanti Paesi che sfugge a questa regola, con circa la metà della popolazione predisposta a questo disturbo.
Ma qual è la causa dell’intolleranza al lattosio e quali rimedi possono contrastarla?
Enzima lattasi: carenza e sintomi derivati
La capacità del nostro organismo di digerire i cibi e ricavarne energia è data dall’azione degli enzimi. Si tratta di proteine che scompongono ogni alimento per far sì che ne vengano assorbiti minerali, vitamine o altri nutrienti.
Ne deriva che l’insorgere dell’intolleranza al lattosio è connessa al deficit di un enzima, detto lattasi, incaricato di scindere il lattosio in molecole più semplici, ossia glucosio e galattosio, favorendone l’assimilazione.
Quindi, se la lattasi è carente, o peggio assente, il lattosio resta a contatto con la flora intestinale e inizia a fermentare, provocando i comuni sintomi avvertiti dagli intolleranti, come flatulenza, diarrea e dolori addominali.
Nella maggior parte dei casi, la lattasi è prodotta in quantità sufficienti sin dalla nascita, permettendo al neonato di metabolizzare il lattosio del latte materno. Con il passare degli anni si assiste a una riduzione di questo enzima che può essere tanto consistente da sfociare in un’intolleranza, magari determinata da un’interruzione del consumo di latte per un periodo limitato di tempo, o da specifiche patologie o terapie farmacologiche.
Rimedi per l’intolleranza al lattosio
La carenza di lattasi può variare da individuo a individuo e può condurre a diversi gradi di intolleranza. Per questo motivo, in presenza di sintomi lievi e poco frequenti, risulterebbe complicato autodiagnosticarsi tale condizione e cercare da sé una soluzione. Per evitare di sottovalutare il problema, si consiglia di consultare un medico, fare degli accertamenti e, nel caso il test sia positivo, seguire la terapia indicata.
Fortunatamente, l’esclusione totale o parziale del lattosio dalla propria dieta non comporta anche la rinuncia agli alimenti che, in teoria, dovrebbero contenerlo, tra cui alcuni insospettabili che vanno ben oltre i classici prodotti caseari (patate, carne, salse…). Infatti, non è una novità che esistano delle versioni delattosate, o a base di lattasi, ormai diffusi sul mercato.
Per chi invece non vuole perdersi in ricerche continue, in certe occasioni inconcludenti, o vuole mangiare fuori casa senza preoccuparsi di fare troppe domande al cameriere, gli integratori di lattasi costituiscono una valida alternativa.
Enzimi artificiali: quando vanno assunti e quali effetti producono
Questi enzimi, acquistabili in farmacia senza prescrizione medica, vanno a sostituire o integrare la lattasi carente nell’organismo, permettendo di ingerire alimenti a base di lattosio senza che ne derivino reazioni avverse.
Ovviamente, non si tratta di una cura permanente dell’intolleranza al lattosio, ma di un rimedio a cui ricorrere in singoli episodi, preferibilmente una o due ore prima dei pasti. È anche importante equilibrare il numero di compresse da assumere con la concentrazione di lattosio negli alimenti, senza eccedere le dosi raccomandate nel foglio illustrativo.
Inoltre, questi integratori non presentano effetti collaterali, se non l’eventuale inefficienza dell’azione degli enzimi, da imputare a fattori soggettivi.