La vitamina K è una vitamina liposolubile fondamentale per il nostro organismo, spesso sottovalutata rispetto ad altre vitamine, ma con un ruolo cruciale per la coagulazione del sangue e la salute delle ossa.
Scoperta agli inizi del XX secolo, il suo nome deriva dal termine tedesco “Koagulation”, poiché inizialmente venne riconosciuta proprio per la sua funzione nella coagulazione. Esistono diverse forme di vitamina K, tra cui la K1 (fillochinone), presente soprattutto nelle verdure a foglia verde, e la K2 (menachinone), prodotta dai batteri intestinali e reperibile anche in alcuni alimenti fermentati.
In questo articolo, esploriamo le funzioni principali della vitamina K, quando può essere necessaria un’integrazione e a chi è particolarmente consigliata.
A cosa serve la vitamina K?
La vitamina K svolge diverse funzioni chiave nel nostro organismo. La prima e più nota è la sua capacità di favorire la coagulazione del sangue. Questo processo è essenziale per la guarigione di ferite e lesioni, poiché permette di arrestare il sanguinamento e promuove la riparazione dei tessuti. La vitamina K è coinvolta nella sintesi di proteine specifiche (fattori della coagulazione), che vengono attivate per formare coaguli di sangue. Senza una quantità adeguata di vitamina K, il rischio di sanguinamenti prolungati o emorragie aumenta, una condizione che può rivelarsi grave.
Oltre alla coagulazione, la vitamina K è fondamentale anche per la salute delle ossa. La K2, in particolare, agisce attivando una proteina chiamata osteocalcina, responsabile del legame del calcio alla matrice ossea. Grazie a questa funzione, la vitamina K contribuisce a mantenere le ossa forti e riduce il rischio di osteoporosi.
Alcune ricerche suggeriscono che la vitamina K possa avere anche effetti benefici sul sistema cardiovascolare, riducendo l’accumulo di calcio nelle arterie e promuovendo la salute cardiaca.
Quando è utile integrare la vitamina K?
La vitamina K è generalmente presente in una dieta equilibrata, soprattutto se ricca di verdure a foglia verde come spinaci, cavolo riccio e broccoli. Tuttavia, alcune persone possono avere bisogno di un’integrazione per diverse ragioni:
- Problemi di assorbimento: Chi soffre di condizioni come la celiachia, il morbo di Crohn o altre malattie infiammatorie intestinali potrebbe avere difficoltà ad assorbire la vitamina K. Anche alcune chirurgie bariatriche possono compromettere l’assorbimento delle vitamine liposolubili, come la K.
- Trattamenti antibiotici prolungati: Gli antibiotici possono alterare la flora intestinale, riducendo la quantità di batteri benefici che producono vitamina K2 nell’intestino. In questi casi, un’integrazione temporanea può essere consigliata per evitare carenze.
- Neonati: Nei neonati, soprattutto quelli allattati al seno, i livelli di vitamina K possono essere bassi, poiché questa vitamina attraversa la placenta in quantità limitata. Per questo, alla nascita, è comune somministrare una dose di vitamina K per prevenire il rischio di emorragie neonatali.
- Terapie anticoagulanti: Anche se può sembrare controintuitivo, chi assume anticoagulanti come il warfarin deve mantenere livelli stabili di vitamina K, poiché questa vitamina influisce sull’efficacia del farmaco. In questi casi, l’integrazione deve essere attentamente monitorata dal medico per garantire un bilanciamento adeguato.
- Osteoporosi e salute delle ossa: L’integrazione di vitamina K2 può essere utile per chi è a rischio di osteoporosi o ha carenze di calcio, poiché contribuisce alla formazione della massa ossea. Alcuni studi suggeriscono che l’associazione di vitamina D e vitamina K2 potrebbe avere un effetto sinergico nel migliorare la densità ossea.
Fonti di vitamina K e dosaggio consigliato
La vitamina K1 si trova principalmente nelle verdure a foglia verde, come spinaci, cavoli, broccoli e lattuga, mentre la K2 è presente in alimenti fermentati come il natto (un alimento a base di soia fermentata tipico del Giappone), formaggi e uova. Per la maggior parte delle persone, una dieta equilibrata fornisce una quantità sufficiente di vitamina K, ma per chi necessita di un’integrazione, il dosaggio raccomandato varia a seconda delle esigenze e delle condizioni di salute.
Gli adulti generalmente necessitano di circa 90-120 microgrammi di vitamina K al giorno. Tuttavia, è importante consultare il medico prima di iniziare un’integrazione, soprattutto per chi è in terapia con anticoagulanti o ha particolari condizioni di salute.