Lo iodio è un elemento chimico essenziale per il nostro organismo, in particolare per il corretto funzionamento della ghiandola tiroidea, che produce gli ormoni responsabili di regolare il metabolismo, la crescita e lo sviluppo.
Vediamo insieme quali sono le funzioni, i fabbisogni, le conseguenze della carenza o dell’eccesso iodio e quali sono gli alimenti che lo contengono.
Le funzioni dello iodio
È un elemento chimico che ha una funzione essenziale nella produzione delle sostanze ormonali della tiroide, chiamate triiodotironina (T3) e tiroxina (T4), che contengono rispettivamente tre e quattro atomi di questo minerale.
Tali messaggeri chimici sono responsabili della regolazione del consumo energetico a riposo e hanno effetto sulla termoregolazione, il battito cardiaco, la pressione arteriosa, il peso corporeo, il tono muscolare e il funzionamento dell’insieme di strutture che trasmettono impulsi elettrici. Senza contare che, queste sostanze sono indispensabili per la crescita dei vari organi, soprattutto per il funzionamento della rete di cellule nervose che controllano le attività cerebrali, durante la vita fetale e i primi anni di vita.
Il fabbisogno di iodio
Questo minerale è indispensabile per il corretto funzionamento della tiroide e la sintesi degli ormoni. La quantità necessaria di questo elemento dipende da diversi fattori, come l’età, il sesso e le condizioni fisiologiche.
In generale, i Livelli di Assunzione di Riferimento Nutrienti ed Energia per la Popolazione Italiana (LARN), che sono le raccomandazioni ufficiali per una nutrizione ottimale, stabiliscono che un adulto abbia bisogno di circa 150 microgrammi (mcg) al giorno, mentre una donna in gravidanza o in allattamento ne richieda 200-250 mcg al giorno.
Tuttavia, esso può variare anche in base alla disponibilità di tale sostanza nell’ambiente e alla presenza di altri composti che possono interferire con il suo assorbimento o utilizzo.
Ad esempio, alcuni alimenti come i cavoli, i broccoli, i cavolfiori e i cibi fermentati contengono dei goitrogeni, che possono inibire l’azione della tiroide e aumentare il rischio di gozzo.
La carenza di iodio
La carenza di iodio può avere gravi ripercussioni sulla salute. Infatti, essa può compromettere la sintesi degli ormoni tiroidei, con sintomi come stanchezza, debolezza muscolare, aumento di peso, intolleranza al freddo, pelle secca, capelli fragili, unghie sfaldate, rallentamento del battito cardiaco e della crescita.
Può causare un gozzo endemico, ovvero un ingrossamento della ghiandola tiroidea che si manifesta con una tumefazione visibile sul collo. Quest’ultimo può provocare difficoltà respiratorie e deglutitorie se diventa troppo grande.
Ma gli effetti più gravi si hanno sullo sviluppo cerebrale dei bambini esposti in utero o durante l’infanzia. Una grave carenza di questo minerale può causare ritardo mentale irreversibile, sordità, mutismo e cretinismo.
L’eccesso di iodio
L’eccessiva assunzione di questo elemento può alterare la funzione tiroidea, portando a due possibili disturbi: l’ipertiroidismo e l’ipotiroidismo.
Nel primo caso, la tiroide produce un eccesso di ormoni, con sintomi come nervosismo, ansia, irritabilità, insonnia, perdita di peso, sudorazione, intolleranza al calore, tremori, palpitazioni e occhi sporgenti.
Nel secondo caso, invece, vengono prodotti una quantità insufficiente di ormoni, con sintomi simili a quelli della carenza di questo minerale.
In entrambi i casi, si può sviluppare anche un gozzo tossico, che si differenzia dal gozzo endemico per la presenza di noduli iperattivi o ipoattivi nella ghiandola tiroidea.
Quali sono le fonti di iodio
Gli alimenti di origine marina sono le principali fonti di questo elemento, in quanto lo contengono in forma organica e biodisponibile, ovvero facilmente assorbibile dall’organismo. Tra questi, le alghe (come il kombu, il wakame e il nori), il merluzzo, il tonno, le aragoste, i gamberi e le cozze sono quelli che ne hanno maggiormente.
Altre fonti sono gli alimenti di origine animale, come il latte e i suoi derivati (formaggi, yogurt, burro), le uova e la carne. Questi alimenti lo contengono in forma inorganica e meno biodisponibile, ma possono contribuire a coprire il fabbisogno giornaliero se consumati regolarmente.
Infine, una fonte importante di questo minerale è il sale da cucina arricchito con iodio (sale iodato), che viene usato per prevenire la sua carenza nelle aree a rischio. Quest’ultimo contiene circa 30 mcg di iodio per grammo di sale e può fornire circa il 50% del fabbisogno. Tuttavia, bisogna fare attenzione a non eccedere nel consumo di sale per evitare problemi di pressione alta e ritenzione idrica.
Quando una persona non riesce a ottenere una quantità sufficiente di iodio attraverso la propria dieta, si rende necessaria l’assunzione di integratori di iodio, ma sempre sotto raccomandazione medica, onde evitare le conseguenze dell’eccesso di iodio.