La vitamina B12, o cobalamina, venne isolata e cristallizzata per la prima volta nel 1948. Essenziale per il corretto funzionamento del metabolismo energetico, prende parte a diversi processi vitali, svolgendo azione protettiva sul cuore e i vasi sanguigni.
Cos’è e a cosa serve la vitamina B12
Di colore rosso, fotosensibile e solubile in acqua, la vitamina B12 non viene prodotta naturalmente dall’organismo, ma deve essere assunta attraverso la dieta. È presente in tutti gli alimenti di origine animale, in particolar modo nel fegato di bovino, di vitello o di agnello, nel caviale, nelle ostriche, nelle cozze, nello sgombro, nelle carni di coniglio, nel prosciutto magro, nel salmone cotto, nel formaggio fresco, nelle uova, nello yogurt e nel latte.
La cobalamina è essenziale. Da essa dipendono la corretta crescita e lo sviluppo fisico e cerebrale, la formazione dei globuli del sangue e del midollo osseo, l’assorbimento dei carboidrati e dell’acido folico nell’alimentazione. Inoltre, ricopre un ruolo importante nella protezione dal rischio di arteriosclerosi e di malattie cardiocircolatorie.
Qual è il fabbisogno giornaliero di vitamina B12 e quando assumerla?
Il fabbisogno giornaliero di vitamina B12 è suscettibile all’età e cambia nel corso della crescita: nei neonati, infatti, è di 0,5 mcg, aumenta a 3,5 mcg nei ragazzi fino a 12 anni. Dopo i 13 e negli adulti sono consigliati 4 mcg, quantità che normalmente si può assumere con una sana e bilanciata alimentazione. Tuttavia, le donne in gravidanza richiedono un dosaggio maggiore (addirittura il doppio) in modo da poterne trasmettere una buona parte anche al feto. Qualora dovesse essere necessario, e dopo attenti esami, il medico potrebbe prescrivere degli integratori di cobalamina, disponibili in bustine, capsule, compresse nonché in fiale e capaci di migliorare le funzioni cognitive e la concentrazione e contrastare la stanchezza, lo stress e l’affaticamento.
Chi segue una dieta vegana o vegetariana è a rischio carenza, in quanto gli alimenti di origine vegetale contengono dei quantitativi di vitamina B12 non sufficiente per soddisfare il fabbisogno dell’uomo. In tal senso, è importate tenere sotto controllo annualmente i valori mediante un test del sangue, in modo da poter valutare la necessità di assumere degli integratori.
Gli effetti di un sovradosaggio e di una carenza di vitamina B12
Il sovradosaggio è una condizione piuttosto rara, in quanto gli eccessi vengono espulsi attraverso le urine. In qualche caso, chi ne ha sofferto ha registrato tremori, reazioni allergiche, nervosismo eccessivo, gonfiori e frequenza cardiaca accelerata. Un quantitativo di vitamina B12 superiore al fabbisogno giornaliero potrebbe causare il malfunzionamento dei reni.
La carenza di vitamina B12, come già accennato, è tipica di chi segue diete povere di alimenti di origine animale. Il fenomeno può manifestarsi anche quando l’intestino non funziona correttamente, compromettendo il meccanismo di assorbimento. Livelli leggermente bassi di vitamina B12 generalmente non provocano disturbi degni di nota. Se dovessero essere ben al di sotto di 150 pmol/l, il soggetto può avvertire un senso di spossatezza, stanchezza, bruciore alla lingua, formicolii alle estremità, disturbi della memoria, malumore depressivo, paralisi temporanea, deambulazione incerta, alterazione dello stato di coscienza.
Si tratta perlopiù di fastidi al sistema nervoso, ma può comparire anche una forma di anemia definita in gergo medico perniciosa, causata da una scarsa produzione di cellule del sangue. Nelle donne in gravidanza una carenza di vitamina B12 può avere gravi conseguenze sul nascituro, per cui è sempre bene sottoporsi a frequenti controlli, ad analisi, seguire i consigli del medico curante e del ginecologo di fiducia al fine di scongiurare il rischio.
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